Narrazioni digitali. Diagnosi di un’immagine mentale

ABSTRACT. In questo papers mettiamo in discussione il racconto ufficiale della rivoluzione digitale. Allo scopo analizziamo i significati contenuti nella sequenza visiva maggiormente utilizzata per interpretare il passaggio da una rivoluzione industriale all’altra. Tale sequenza istruisce il pubblico dei vecchi e nuovi media a un modo di pensare la tecnologia, i suoi effetti sociali e le sue tendenze future. Abbiamo smontato questo modo di pensare per separare la narrazione dalla realtà. Continua a leggere

Una spensierata felicità

Raffaella Carrà è stata per oltre trent’anni una star del piccolo schermo. Ballerina, cantante e conduttrice di successo ha rappresentato uno dei volti più popolari della Tv italiana. Nel corso della sua lunga carriera ha lavorato all’estero, venduto 60 milioni di dischi in tutto il mondo, ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali. All’artista, scomparsa nel 2021, la scrittrice Marina Visentin ha dedicato un libro agiografico intitolato Raffasofia. Per trovare la felicità-tà-tà (l’accento sulla a), (Libreria pienogiorno, Milano, 2021, 184 pagg., 17,90 euro). Un libro  che si ben si presta alla critica sociologica dei miti prodotti dall’industria culturale. Continua a leggere

Mille nomi per Lady Society

Le immagini della società orientano il modo in cui individui e gruppi interpretano il mondo in cui vivono. Ma come orientarsi quando tali immagini si moltiplicano senza sosta? Mille nomi per Lady Society costituisce un iniziale tentativo di risposta. Allo scopo fa un primo punto della situazione, problematizza la proliferazione di immagini della società e sollecita l’apertura di nuovi spazi di comunicazione tra la sociologia e il suo oggetto di studio. Continua a leggere

Effetti collaterali dell’era smartphone

Juan Carlos De Martin insegna ingegneria informatica al Politecnico di Torino e come tutti gli scienziati che si interrogano sul senso della propria attività (assai pochi a dire il vero) osserva con preoccupazione l’avanzata delle macchine digitali nella vita quotidiana di tutti noi. A partire da questa preoccupazione ha dato alle stampe un libro intitolato: “Contro lo smartphone. Per una tecnologia più democratica”, Prefazione di Gustavo Zagrebelsky, (add editore, Torino, 2023, 199 pagg., 18,00 euro). Continua a leggere

Era della comunicazione o era del profitto?

Tra le sue attività culturali Umberto Eco ha coltivato anche quella dello studioso prestato al giornalismo. In questa veste ha collaborato con diverse testate: il Corriere della Sera, il Manifesto, la Repubblica, L’Espresso. Ha poi raccolto i suoi articoli in alcuni libri (che contengono anche saggi brevi), tra i quali ricordiamo: Il costume di casa (1973), Dalla periferia dell’impero. Cronache di un nuovo medioevo, (1977); Sette anni di desiderio (1983); La Bustina di Minerva, (1992); A passo di gambero. Guerre calde e populismo mediatico, (2006). A occhio e croce parliamo di circa 2mila pagine. Un numero consistente, che però rappresenta solo una parte della produzione complessiva dell’Eco commentatore di fatti di cronaca culturale e politica. Continua a leggere

Il mondo digitale? Non è un bel mondo

Le idee più diffuse sulle conseguenze sociali delle tecnologie digitali sono divulgate da un esercito di apostoli della civiltà del silicio presenti pressoché ovunque nell’infosfera. In genere si tratta di informatici, scienziati, imprenditori, manager, giornalisti e conferenzieri che si lanciano in rosee previsioni sulla società del futuro grazie alla digitalizzazione e alle sue applicazioni nella robotica, nell’automazione, nella comunicazione. È dagli anni ’50 del ‘900, ossia da quando i primi computer comparvero nelle fabbriche automobilistiche statunitensi, che questo storytelling globale va avanti rinviando sempre a domani l’avvento di un’età dell’oro all’insegna delle macchine intelligenti.

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La rivoluzione che non c’è

Come fa a esistere una rivoluzione che non c’è? Ci aiuta a svelare il gioco di prestigio Gabriele Balbi col suo libro L’ultima ideologia. Breve storia della rivoluzione digitale, (Laterza, Bari-Roma 2022, 151 pagg., 14,00 euro).

Per utilizzare al meglio l’eccellente lavoro di Baldi occorre partire da una premessa: non è importante che la rivoluzione digitale non sia una rivoluzione, ma un’ideologia e per di più neanche un’ideologia rivoluzionaria. È importante invece che la maggioranza degli individui la pensi e la interpreti come tale. In che modo? Facendo propria una narrazione che da decenni non conosce soste. Ed è proprio questo racconto a costituire l’oggetto di indagine di Baldi. Continua a leggere

Le classi nel mondo dell’informazione

Al vertice c’è l’Editore. Il quale corrisponde all’Imperatore medioevale. Legati alle sue fortune e sotto di lui troviamo i direttori dei vari giornali, Tg, Gr, inserti, siti on-line e così via. Che corrispondono al ceto nobiliare più elevato. Ceto che si trova a diretto contatto con l’Imperatore e gode dei vantaggi derivanti da tale posizione in termini di status, di reddito e di prestigio. Continua a leggere

La generazione pop-sostenibile

Prendi il nulla, lo mischi col niente e ottieni la band del momento. Ma se continui a mischiare il nulla col niente ottieni migliaia di altri prodotti dell’industria discografica, cinematografica, televisiva, radiofonica, internettiana e persino libraria. Prodotti del passato, del presente e del futuro. Una magia.

Resta da spiegare come mai dal nulla e dal niente vengano fuori prodotti di successo. A scalare: mondiale, nazionale, locale. Posto che spiegare serva ancora a qualcosa, capire non è facile. E tuttavia neanche impossibile. Continua a leggere