Bologna la scoppia

fotoanarcoProblema: rispetto a realtà come Milano e Roma la nostra città è praticamente sconosciuta all’estero. Se a questo deficit di visibilità si aggiunge uno scarso senso di ospitalità e l’acuta refrattarietà nei confronti dei turisti nulla lascia prevedere che nell’immediato futuro l’indice di
notorietà di Bologna potrà innalzarsi più di tanto.

A scanso di facili richiami ricordiamo: a) che i circa 20.000 studenti universitari fuori-sede che popolano le nostre facoltà non sono affatto integrati nel tessuto cittadino e sono sopportati a denti stretti unicamente perché portano guadagni facili e in gran parte in nero; b) il turismo fieristico e congressuale sfiora a malapena la città, è a piè di lista (ossia tutto prepagato) perciò non abbisogna di grandi campagne di pubblicità da parte dei poteri pubblici né di grandi sforzi da parte degli albergatori per veicolare l’immagine della città, e così ogni ondata d’arrivi si risolve in un pochi giorni di permanenza che non permettono la conoscenza reale della vita locale. Insomma, la scarsa visibilità di Bologna è una faccenda comunicativa molto seria che prima o poi andrà affrontata di petto.

Per fortuna ci sono gli anarchici insurrezionalisti a far parlare di Bologna in tutta Europa. Certo lo fanno in modo un po’ troppo scoppiettante inviando dagli uffici postali della città dei tortellini vari pacchi-bomba a varie autorità dell’Unione. Il metodo è più che discutibile ma i risultati si vedono: domani si terrà un bel summit di magistrati del Vecchio Continente accompagnati dal capo della squadra speciale della polizia olandese. Finalmente i Tg europei si occuperanno di Bologna e il nome della nostra città circolerà dal Danubio alle rive del Mare del Nord. Qualcuno giustamente obietterà che per lanciare una città nella società dell’immagine ci sono modi assai meno pericolosi e assai ben collaudati. Senz’altro. Ma in mancanza d’idee originali qualcun’altro si deve essere scocciato ed è ricorso al dilettantesco fai da te. Tanto dilettantesco che se una critica si può muovere agli attentatori questa è proprio sul piano del marketing. Spedire libri-bomba è un maldestro tentativo di rinverdire il mito di Bologna la dotta. E poi quale sequenza di autori: Pirandello, D’Annunzio, Lucrezio. Un percorso da antologia di scuola media superiore. Ma si può essere così poco originali? Sembra di sì. Va detto che gli anarchici dichiarati si dissociano fermamente da questa detonante campagna promozionale. Allora chi sono i creativi? Ancora non si sa.

A parte il solito balletto sull’identità dei mittenti a cui Bologna è abituata, dalla strage alla stazione del 2 agosto 1980 passando per la vicenda Uno bianca, il punto è: riusciranno gli anarchici insurrezionalisti a diffondere l’immagine di Bologna nel mondo? E ancora: riusciranno ad attrarre
più turisti per ammirare il nostro meraviglioso centro storico? La risposta l’avremo dopo il summit europeo di magistrati e superpoliziotti. Roba da far rimpiangere il mito nazional-popolare delle tre T.

Patrizio Paolinelli, il Domani di Bologna, 4 gennaio 2004.
Rubrica: Botta e risposta. Parole e immagini di Bologna.

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